sabato 7 giugno 2008

RECENSIONE di Luca Di Gialleonardo

Già dalla premessa del romanzo si fa riferimento a Moby Dick, ma a mio avviso il libro ha delle caratteristiche che lo rendono distante dal capolavoro di Melville.
E, badate bene, con questo non voglio dire che il romanzo di Bordoni non sia interessante, anzi. La lettura è molto fluida e attenta e diventa naturale seguire le avventure del ragazzo costretto dalla cattiva sorte a diventare marinaio. Un marinaio del secolo appena concluso che si imbarca come mozzo verso Istanbul, una meta sognata dalle fotografie e dai racconti dell’equipaggio.
E ci ritroviamo quindi a navigare, insieme a personaggi descritti minuziosamente, tanto da farceli conoscere, in particolare Beltramino, il comandante che, come Achab, insegue un sogno che qui non è rappresentato da una balena, ma da un’isola misteriosa, Ferdinandea, che affiora dai mari carica di tesori. Al contrario di Achab, però, Beltramino fa quasi tenerezza, con le sue idee strampalate e i suoi sogni di bambino.
La scrittura è molto buona, Bordoni sa usare davvero la tastiera e in alcuni passaggi riesce a infondere emozioni molto forti. Toccante è il capitolo dei tedeschi a bordo, quando l’ombra delle leggi razziali nel periodo fascista mostra la sua crudeltà anche su una nave lontana dal mondo.
Il finale lascia a bocca aperta e, anche se non mi ha convinto al 100%, ritengo concluda in bellezza un romanzo da consigliare.

http://v3.operanarrativa.com/node/736

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