giovedì 12 aprile 2007

Recensione di Renzo Montagnoli

Stromboli, anni 70. L’isola non è ancora il paradiso turistico agognato da tanti, ma è un’isola scarsamente abitata, immersa in un mare infido e in una natura selvaggia, quasi morta se non fosse per il vulcano che di continuo fa sentire il suo cupo brontolio.
Ad essa approda nel 1974 l’autore, designato quale medico condotto di Ginostra, un paesino piccolo e di poche anime.
Perché il Dr. Amati, peraltro all’epoca assai giovane, ha scelto di isolarsi laggiù?
E’ quello che sapremo leggendo il libro, che ha tutte le caratteristiche dell’autobiografia, peraltro limitata a un periodo di tempo breve, ma ritenuto dall’autore di notevole importanza.
Là, dove non esiste nemmeno la luce elettrica, dove si finisce con il tornare a una vita quasi primitiva, è possibile riflettere sul proprio passato e meditare sui giorni a venire.
Amati, che è medico psichiatra, ci offre ottime pagine di descrizione dell’ambiente, di conoscenze umane, rafforzate dalla solitudine proprie dell’isola, ma spesso indugia professionalmente sulle riflessioni, rendendole poco in sintonia con la narrazione, con un cambio di registro che a volte può anche stancare.
In questi casi ho letteralmente evitato di assimilare e ho preferito proseguire con l’aspetto narrativo, che è invece di buon livello e che riesce gradualmente a trasmettere un senso di serenità, proprio di chi ritrova se stesso a contatto con la natura. E’ in questa chiave, in effetti, che deve essere letto il romanzo, un eccellente quadro di un’epoca e di un ambiente che non ci sarà possibile ritrovare.

Renzo Montagnoli

http://www.arteinsieme.net/renzo/index.php?m=31&det=2030

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