giovedì 15 settembre 2011

PRESENTAZIONE di Giancarlo Giuliani a FESTINA LENTE

Libro coraggioso, questo di Sandro Naglia. L’autore sfida il pregiudizio per cui difficilmente un quaderno di riflessioni personali e di note, squarci di vita, può diventare “generale”, assumere la forma di una reale condivisione tra autore e lettore. Ma Sandro Naglia vince la sua battaglia, offrendoci un libro importante e coinvolgente, ricco di suggestioni culturali e di slanci emozionali, in cui ognuno può riconoscersi, magari anche dissentendo, ma è nel confronto tra la ricca personalità dell’autore e quella del lettore che nasce la fecondità di un incontro.
La pagina diviene veicolo di pensiero, a volte anche motivo di stupore per certe interpretazioni e determinate scelte culturali, eppure vi è un saldo filo conduttore nelle pagine del libro, a cominciare dall’esortazione implicita nel riuscitissimo titolo, in cui l’avverbio “lente”, in posizione ossimorica, è però un’indicazione di lettura, una spinta alla riflessione: si ritorna su alcuni punti, ci si ferma, si chiude magari il libro, ma sempre tenendo ben saldo l’indice come segnalibro, perché poi si ricomincia a leggere, incuriositi, alla ricerca di nuovi stimoli.
Come non cogliere la forza di un episodio apparentemente semplice, come quello del professore di Fisica, profugo, che, narra l’autore: “Quando seppe che ero un cantante, mi raccontò che mentre guidava l’automobile verso la frontiera, dopo aver lasciato sotto le bombe pressoché tutto ciò che aveva, gli balenò in mente la propria storia in versi, e questi versi modularono in un canto, che lui cantò alla propria famiglia, lì in macchina, guidando.”?
È questa, a nostro parere, la chiave di lettura del libro: il raccogliere la sfida, benevola in verità, dello scrittore, che ci offre spunti di vita reale che potrebbero appartenere a ognuno di noi, aprendo squarci sulla formazione della propria personalità, offrendo, in una parola, se stesso, ma sempre con l’intento di far sì che in qualche misura la pagina scritta divenga propria del lettore, che quest’ultimo inizi pian piano a sovrapporre se stesso all’autore. Egli così tornerà su momenti della propria esistenza, ricorderà episodi densi di significato, di ironia, anche di dolore, si sentirà, nel più riuscito dei confronti, fratello dell’autore.

Giancarlo Giuliani

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