domenica 1 luglio 2007

RECENSIONE su Mediterraneo for Peace

L’isola come luogo in cui trovare le risposte ai propri bisogni. Chi sbarca porta con sé il proprio corredo di emozioni e aspettative: l’isola incantata e senza tempo darà ciò che ognuno vuole. Ginostra, Stromboli, ma anche Filicudi, Alicudi, una delle mille isole della Dalmazia o dei tanti mari del pianeta: luoghi reali e simbolici del viaggio universale della riflessione umana, esplorati, non necessariamente, attraverso il dolore di una condizione penalizzante. Bellissimi, per esempio, sono i versi di Nello Rosselli scolpiti su una epigrafe di un muro di Ustica, dove era stato confinato nel 1927 e dove aveva avuto l’occasione di conoscere le meraviglie del posto, apprezzate in solitudine.Il protagonista del romanzo di Ugo Amati sembra scappare da una storia chiusa ormai in una sequenza comunicativa che va avanti all’insegna della ricerca di supremazia nella relazione: l’isola sembra essere la risposta al bisogno di chiarezza. E, infatti, Sophie andrà via, consapevole che la mossa vincente di lui è stata proprio la scelta di stabilirsi a Ginostra. L’isola darà risposta ad altri bisogni. Tre donne attraversano la sua esistenza nell’isola incantata, venticinque residenti allora, ventisette attualmente. Sophie, forse la più determinata, Eleonora, dalla personalità evanescente e dai contorni sfumati, Lucrezia, un sogno durato una sera e a lungo vagheggiato. Matrioske per lui, l’uomo che le ama, consapevole del bisogno che trova risposta nel corpo femminile. Come è diversa la scrittura di uomini e donne sull’amore... più ancorata ad un bisogno maschile immediato da cogliere e da descrivere, molto più legata all’introspezione per le donne. Ciò che succederà in seguito sull’isola porterà il protagonista a staccarsi emotivamente da quel posto, rompendo i fili dell’attaccamento a persone e cose: evento incomprensibile per chi rimane ma, forse, risposta necessaria al bisogno di cambiamento. Perché, ciò che stanca, a volte, nel viaggio dell’esistenza non è il luogo dove si vive, ma il ruolo che gli altri ci danno e che spesso ci toglie il respiro.

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