venerdì 18 maggio 2007

Presentazione: ISTANBUL BOUND (Firenze, 22 maggio, ore 18,00)

Melbookstore
Firenze - via de' Cerretani
Martedì 22 maggio, ore 18.00
Presentazione del romanzo di Carlo Bordoni
ISTANBUL BOUND
Edizioni Tabula fati

Saranno presenti Graziano Braschi, Giuseppe Panella e Gianfilippo Pizzo

mercoledì 16 maggio 2007

Il giudizio di Diego Zandel

La follia del capitano Achab in Moby Dick, di Lord Jim, e che dal capitano Beltramino, in Istanbul Bound, si trasmetterà nel giovane protagonista del romanzo che forse, forse, ha trovato l’isola che non c’è, e che esiste solo perché il mito l’ha consegnata, se non alla storia, alla letteratura. La «Antonio Serra», proprio per questo, non arriverà mai a Istanbul, troppo reale, laggiù in fondo «e te ne accorgi dal traffico di navi che s’intensifica... è allora che cominci a sentire l’odore di Istanbul, a intuire i suoi minareti all’orizzonte. Ma si tratta solo di miraggi». Mica è vera come Ferdinandea, l’isola che non c’è, dove alla fine l’equipaggio della «Antonio Serra» sbarca. Come deve esserci sbarcato mio nonno, e deve essersi trovato bene, se non è più ritornato.
(Diego Zandel)

martedì 15 maggio 2007

Il giudizio di Gian Filippo Pizzo

Scritto in prima persona, con uno stile molto intimista, attento ai particolari, il libro ci mostra la maturazione del protagonista, le sensazioni di un’epoca, il fascino dell’avventura (più sognata che reale, almeno nella prima parte), una serie di personaggi che sembrano importati dal “Pequod” di Melville ma allo stesso tempo sfoggiano caratteristiche del tutto nostrane. Realistico, ma dello stesso realismo di cui sono fatti i sogni ad occhi aperti, anche a prescindere dal finale decisamente fantastico e sorprendente, che inserisce nella vicenda una famosa “isola che non c’è”, l’isola Ferdinandea ben nota a tutti i frequentatori di viaggi per mare.
(Gian Filippo Pizzo)

lunedì 14 maggio 2007

Il giudizio di Bruno Pampaloni

Altri elementi letterari lasciano immaginare quanto il libro debba al capolavoro di Herman Melville. Come la balena bianca incarna il senso dell’esistenza di Achab, così la “caccia” alla misteriosa Ferdinandea è la ragione di vita di Beltramino, comandante di uno scalcagnato equipaggio composto di soli sei marinai... La mancanza di contatto con la terra ferma evoca le atmosfere sulfuree de “La nube purpurea” di Shiel e il drammatico destino che attende il protagonista richiama quello di Gordon Pym, libro citato da Bordoni. Istanbul è il vero spettro di tutto il racconto: lo è del protagonista e lo è della nave destinata ad una fine tremenda prima di arrivare alla meravigliosa porta d’oriente.
(Bruno Pampaloni)

domenica 13 maggio 2007

Il giudizio di Giuseppe Panella

Quando ci si fa scrivere – è il caso del secondo romanzo di Carlo Bordoni – la presentazione di un proprio romanzo nientepopodimenoché da Teodor Józef Korzeniowski (che è assai meglio noto come Joseph Conrad. ma tant’è…) vuol dire che si ha qualcosa di grosso da nascondere. O meglio – si può dire che in un tale romanzo l’evidenza dei fatti da nascondere è talmente tale che l’unico modo sicuro per farlo è rivelarli, renderli manifesti, palesi, dichiarati, di fronte agli occhi. Korzeniowski si lamenta di essere costretto ad un compito che non gli è congeniale, epperò alla fine confessa che il romanzo (almeno in parte) gli è piaciuto anche se poi obietta che : “Però, diciamo la verità, i miei romanzi di mare e di costa erano tutt’altra cosa” (p. 8).
(Giuseppe Panella)