venerdì 20 aprile 2007

FATALE APPUNTAMENTO A PARIGI: Recensione di Renzo Montagnoli

Il 25 luglio 2000 è stata apparentemente una data qualsiasi. Provate a chiedervi dove eravate e cosa avete fatto quel giorno e con ogni probabilità non ve ne ricordereste se non per il fatto che è accaduto qualche cosa di particolare rilievo. Infatti, il volo dell’Air France da Parigi a New York fu appena abbozzato, perché il fiore all’occhiello della tecnica aeronautica anglo-francese, il supersonico Concorde, cadde subito dopo il decollo. Rivedo ancora le immagini dei telegiornali che mostrano l’aeromobile con una scia di fuoco e poi il luogo dell’impatto, che provocò la morte, oltre che dei passeggeri, anche di alcuni abitanti della zona, e mentre si snodano le sequenze rammento che all’epoca ero in un albergo della costa garganica.
Il fato, il destino che sembra presiedere a ogni istante della nostra vita ci viene riproposto in questo bel romanzo di Gabriele Tristano Oppo, una narrazione a metà fra la realtà della cronaca e la fantasia dell’autore.
Ci vengono così proposte le storie di quel 25 luglio di alcuni personaggi che furono protagonisti della tragedia, o per esservi periti, o per esservi scampati in modo del tutto casuale.
L’andamento della narrazione è frutto di un abile regia che riesce a comporre tasselli di vita autonoma, che finiscono per essere indissolubilmente legati dall’evento. E tutto questo sullo sfondo di una Parigi non da cartolina, ma immersa pienamente nel suo tempo.
Si indaga sulla psicologia degli attori, sui loro sentimenti, sui moti d’animo, ma con una mano leggera e discreta che conferisce al racconto un senso di benevola pietà per il destino che di lì a poco ai più sarà riservato.
Se in una prima parte c’è la presentazione di questi inconsapevoli attori e nell’ultima e terza parte viene ricostruito il dopo, cioè i giorni successivi alla tragedia, con il dolore dei familiari superstiti e la naturale gioia dei sopravvissuti, la seconda parte è quella più cruciale, perché fotografa gli ultimi istanti di vita delle vittime e di quelli che invece miracolosamente scamperanno. Questa fase intermedia è generalmente la più difficile perché può accadere che lo scrittore tenda a indulgere al compassionevole, ma in questo romanzo non accade. L’autore riesce infatti a mantenersi abilmente al di fuori della vicenda, con un distacco che perfino nei concitati istanti della caduta dona alla narrazione una realtà quasi oggettiva.
Scritto con mano sicura e abilmente strutturato Fatale appuntamento a Parigi è un romanzo di qualità e che si legge con piacere.

Renzo Montagnoli


http://www.arteinsieme.net/renzo/index.php?m=31&det=2064

giovedì 12 aprile 2007

Recensione di Renzo Montagnoli

Stromboli, anni 70. L’isola non è ancora il paradiso turistico agognato da tanti, ma è un’isola scarsamente abitata, immersa in un mare infido e in una natura selvaggia, quasi morta se non fosse per il vulcano che di continuo fa sentire il suo cupo brontolio.
Ad essa approda nel 1974 l’autore, designato quale medico condotto di Ginostra, un paesino piccolo e di poche anime.
Perché il Dr. Amati, peraltro all’epoca assai giovane, ha scelto di isolarsi laggiù?
E’ quello che sapremo leggendo il libro, che ha tutte le caratteristiche dell’autobiografia, peraltro limitata a un periodo di tempo breve, ma ritenuto dall’autore di notevole importanza.
Là, dove non esiste nemmeno la luce elettrica, dove si finisce con il tornare a una vita quasi primitiva, è possibile riflettere sul proprio passato e meditare sui giorni a venire.
Amati, che è medico psichiatra, ci offre ottime pagine di descrizione dell’ambiente, di conoscenze umane, rafforzate dalla solitudine proprie dell’isola, ma spesso indugia professionalmente sulle riflessioni, rendendole poco in sintonia con la narrazione, con un cambio di registro che a volte può anche stancare.
In questi casi ho letteralmente evitato di assimilare e ho preferito proseguire con l’aspetto narrativo, che è invece di buon livello e che riesce gradualmente a trasmettere un senso di serenità, proprio di chi ritrova se stesso a contatto con la natura. E’ in questa chiave, in effetti, che deve essere letto il romanzo, un eccellente quadro di un’epoca e di un ambiente che non ci sarà possibile ritrovare.

Renzo Montagnoli

http://www.arteinsieme.net/renzo/index.php?m=31&det=2030